Il ruolo delle donne nell'età antica

Ah no. Siamo nel 2020.

La B. non fa un cazzo tutto il giorno! Sta a casa con due figli (2 e 3 anni) e basta e si lamenta pure. Ce l'avessi io tre figli ci godrei a stare a casa tutto il giorno.
Se serve specificarlo, non credo, il pronunciatore di tale frase è un uomo di quasi quarant'anni padre di zero figli. Che però ha un cane (con tutto il rispetto che i cani meritano).

Siamo nel 2020 e noi donne siamo messe ancora così.
Se facciamo un figlio e torniamo a lavorare subito, mandandolo al nido o lasciandolo ai nonni, siamo dipinte come mamme senza cuore.
Se facciamo un figlio e restiamo con lui ci danno delle sfaticate.
Se i figli non li facciamo siamo bamboccione mammone e quant'altro. 

Siamo nel 2020 e siamo sempre e comunque sottoposte a una pressione emotiva davvero esagerata, costantemente sotto il giudizio tipicamente maschilista della società.
Io non sono femminista, nel senso che non credo che noi donne dobbiamo essere trattate come persone con un particolare deficit o portatrici di handicap. Non sono d'accordo con le quote rosa, per esempio.
Non sono femminista anche perché penso che gran parte dei problemi che cadono sulla popolazione femminile siano determinati da una nostra totale assenza di carattere, dettata da una morale cattolica stringente che dà alle donne un ruolo marginale e completamente sottomesso.
Non sono femminista, ma quando sento certi discorsi, all'improvviso, lo divento.
Lo divento furiosamente.
Lo divento quando sembra che i figli siano solo delle mamme.
Lo divento perché un padre può uscire al mattino, chiudere la porta e andare a vivere la vita di prima, più o meno: una madre no.
Lo divento perché un uomo non viene mai giudicato.
Perché non gli viene chiesto di scegliere tra lavoro e figli.
Perché un uomo può tutto, mentre una donna no.
Non solo non può, ma qualunque cosa fa sarà sempre e costantemente sbagliata.

Questa è una settimana in cui sono piuttosto suscettibile sull'argomento, devo essere sincera. Sono due giorni, diciamo le cose come stanno, che sono incazzata nera proprio.
Ho iniziato a scrivere questo post per sfogarmi e tuttora non so ancora se lo pubblicherò o no.
L'avevo messo tra le bozze, poi è uscita fuori da Instagram Elisa del @didut.lab e una delle sue donne di valore, Sabrina di @unaiutopossibile, con questo post e alcune sue stories raccolte in quelle in evidenza col titolo Donne (guardatele).
Ho letto, ho visto, ho ascoltato.
Mi sono ancora incazzata, ma mi sono anche sentita meno sola.
Perciò sono tornata qui, tra le mie bozze, continuando a sfogarmi, continuando a scrivere. Mi sa che questi pensieri senza senso li pubblico stavolta.
Ho litigato parecchio con un uomo, l'altra sera. E mi sono meravigliata di me. Forse un tempo me ne sarei rimasta zitta e buona sul divano, ma mercoledì no. Mercoledì ho risposto, secondo lui senza rispetto, senza senso, ma secondo me invece alla grande.
Donne, smettiamola di metterci da sole in un angolo.
Se ci attaccano, rispondiamo.
Diffidiamo di chi vuole offrirci una prigione dorata, ribelliamoci.

Ho una figlia di dieci mesi, per lei io non starò mai più zitta. Costi quel che costi. 

Non ce l'ho con tutti gli uomini, lo ripeto, anzi penso che la figura che ha determinato più di tutte la mia vita, al di fuori dei componenti della mia famiglia, sia proprio un uomo. Un uomo magrolino con pochi capelli, che portava lunghe sciarpe di lana e aveva sempre la tuta sporca di gesso. Lui mi insegnava matematica al liceo e nei suoi occhi ho trovato tanto di me e di quello che sarei stata o che, quantomeno, avrei voluto essere. Coi discorsi che mi faceva ci riempivo i diari e pienando quelle pagine io sognavo.
Lui, proprio un uomo, mi ha insegnato la grandezza del pensiero. L'importanza dell'avere un dubbio. La necessità di tirarlo fuori, quel dubbio. La possibilità di essere liberi, nel rispetto di tutti.
Proprio un uomo, colto e intelligente, mi ha dato le chiavi per fare della mia vita qualcosa di meraviglioso. Non ho mai studiato matematica all'università, ma non ho neanche mai dimenticato la persona che ho deciso di diventare grazie a quegli insegnamenti.

Sono una donna, oggi anche mamma. Sono una donna e sono libera. Libera di decidere di voler crescere personalmente mia figlia, mettendo da parte mille euro al mese e ore fuori casa, perché al momento non mi sento di voler lasciare Alice di qua e di là. Sono una donna e sono libera di dire quello che penso, anche a un uomo. 
Perché se un uomo ha paura di una donna che pensa il problema è il suo, non certo il mio. 
Perché se un uomo è intelligente una donna non la zittisce. Se la zittisce è perché non riesce a starle dietro e sì, ha una paura folle di perdere il controllo.

Sono una piagnucolona che non avete idea, per mia natura, e mentre litigavo l'altra sera ho pianto, è vero, poi non più. C'ho pensato e ripensato e non ho versato una lacrima.
Sono tutt'altro che una donna forte e sono tutt'altro che una donna decisa sul futuro, ma so quello che valgo. Non ho imparato ancora a incanalarlo il mio valore, ma ci lavorerò, giorno dopo giorno.

Non facendomi mettere i piedi in testa ho già fatto un passo.

Vogliamoci bene, noi per prime.
Gli altri non ci rispetteranno se non lo faremo noi per prime.

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