Che cosa mi ha insegnato la gravidanza

La lista di cose che nove mesi fa non sapevo di me.

Premessa: sono stata fortunata. I nove mesi (e un po' di più) di attesa di Alice sono passati via senza intoppi né per me né per lei, senza complicazioni particolari, senza giornate da passare a letto, senza nausee e vomiti vari. L'elenco che segue è, quindi, una conseguenza del fatto che, per fortuna, shock iniziale a parte, io questi mesi ho potuto viverli con serenità, prendendo l'essere incinta con naturalezza e non come una malattia. 
Photo by Ashton Mullins on Unsplash
A seguire la mia personalissima lista di cose che mi ha insegnato la gravidanza.

   1) Che non posso avere sempre il controllo su ogni cosa e che magari certe volte va bene così. La mia proverbiale razionalità, mista al solito cinismo, si è miseramente scontrata sulle due lineette fucsia apparse su quel test di gravidanza fatto di nascosto a inizio luglio, quando l'esito mi sembrava più che scontato, dato il fatto che, appunto, non ho mai pensato che la matematica fosse un'opinione. E sì, la sorpresa è stata grande, lo shock mi ha fatto vivere un'estate abbastanza di merda, ma alla fine mi sono ripresa ed eccomi qui, con un'emozione terrorizzata che non ho imparato a gestire e con la certezza che insieme, io e Alice in primis, faremo un sacco di cose meravigliose.

   2) Che devo volere più bene al mio corpo. Alla primissima visita una ginecologa che poi non ho più rivisto mi ha detto "Stai attenta al peso, non tornarmi tra un mese con tre chili di più sostenendo che è il bimbo, perché nel caso saresti tu e non lui, ancora troppo piccolino". Pare fosse una fame nervosa, ma giuro che i primi tre-quattro mesi, anziché vomitare come tutte le persone normali, mi sarei mangiata anche il tavolino di casa. Immaginatemi perciò di notte sveglia, in lacrime, con la pancia che borbottava e le parole della dottoressa che mi risuonavano come un ammonimento non facendomi alzare mai (e sottolineo mai) dal letto per andare a smangiucchiare qualche cosa.

   3) Che le cose brutte non sempre finiscono per nuocere. Ho iniziato la mia gravidanza con 77 kg, distribuiti su una media bassezza che ha sempre fatto di me una ragazza rotonda, ma comunque non complessata dagli stereotipi fisici delle modelle delle riviste. A novembre mi è stato diagnosticato il diabete gestazionale e, dopo alcuni momenti di panico in cui sembrava non potessi praticamente più mangiare niente (grazie dottorino dagli occhi chiari con un'empatia davvero senza pari), ho dovuto seguire una dieta piuttosto sana, per me. In lacrime ho salutato dolci e biscotti, ho detto addio alla pizza, alla torta al testo, alla Coca Cola, al ginseng, allo zucchero nel thè e nel caffè, ho smesso quasi del tutto di mangiare il pane e ho iniziato a comprare la pasta integrale, a pesarla, a condire meno. È stato brutto, anche perché poi è arrivato il Natale e con il Natale tutte quelle belle tavole e vetrine da non toccare. Non ci crederete, ma a dicembre, in gravidanza, ho perso addirittura mezzo chilo. Oggi però, forte della mia glicemia in discesa, potrei dire a quella prima ginecologa che mi visitò a luglio che a nove mesi pesavo solo 80 kg, che questo mi ha inorgoglita, anche se non vedevo l'ora di tornare a sfornare dolci e pizze.
 
   4) Che una passeggiata al giorno fa bene all'umore. Ho iniziato a camminare prima di sapere del mio diabete, l'ho fatto perché mi dicevano che avrei avuto un parto più "semplice" e perché avevo fame e pensavo sarei ingrassata di brutto da lì a febbraio, così coi miei 3,5 km quotidiani cercavo di bilanciare i chili di troppo che, ero sicura, si sarebbero appollaiati sul mio corpo. Perciò abbiamo camminato camminato, cuffiette in un orecchio e sulla pancia, io e lei, insieme, in quei nostri primi momenti di consapevolezza e amore. Alice è nata da ventiquattro giorni e già abbiamo ripreso la nostra buona abitudine. Oggi mi voglio più bene di un anno fa.

   5) Che devo imparare meglio l'arte della pazienza. Non ne ho mai avuta, così aspettare nove mesi l'arrivo di Alice è stata davvero un'impresa incredibile. L'ultimo mese specialmente sembrava non passare mai, speravo che lei nascesse prima delle fatidiche 40 settimane per evitare di farmi salire l'ansia alle stelle...e lei mi ha accontentata nascendo a 39 settimane e 6 giorni! È già precisa come il padre. In ogni caso non sono diventata una persona paziente, ma un pochino, poco poco, spero che Alice mi abbia fatto già migliorare.

   6) Che ci sono tante persone che mi vogliono bene. E non ne ero così consapevole. In questi mesi mi sono sentita estremamente amata e coccolata, dalla mia famiglia e dal mio compagno in primis, dalle amiche certo, ma anche da persone con cui non avevo un rapporto così profondo. Sono sempre stata una tipa un po' asociale, non nascondo che fino a una decina di anni fa avevo proprio delle difficoltà nel rapportarmi con gli altri, sentendomi sempre sbagliata e peggiore. L'attesa di Alice, l'interesse delle persone per me e per lei, mi ha fatto capire di essere cresciuta, ma al tempo stesso di non essermi snaturata. Tutto sommato sono stata fedele a me stessa e, al contrario di quello che temevo da ragazzina timida e fragile, questo non mi ha isolata e, a lungo termine, mi ha fatto sentire circondata dall'affetto di persone che mi conoscono e mi vogliono bene così come sono. 

Scrivo dal divano, con la carrozzina qui alla mia destra. Alice dorme, ma inizia a mugulare un po'. 
Io la guardo incantata, sentendomi infinitamente scema per non essere stata subito felicissima quando ho saputo che le sue prime cellule avevano iniziato a moltiplicarsi dentro di me. 
La guardo con un sorriso ebete, consapevole che faremo tante cose belle insieme.
La guardo con meraviglia, il mio miracolo d'amore. 
Spero tanto di essere, per lei, la madre migliore che potrò essere.

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