Carta, polvere e magia... che la primavera abbia inizio!

La prima volta avevo otto anni.
Avevo otto anni e una cugina di sette che non vedevo spesso quanto avrei voluto. Soffiavo le bolle di sapone, le guardavo volare in cielo e speravo tanto arrivassero fino a lei.
È stata lei a cominciare.
È stata lei la prima a scrivere.
Ci siamo scritte un paio d'anni forse, lettere che conservo ancora da qualche parte, con tutta la loro ingenuità. Abbiamo smesso quando sono arrivati i primi Nokia e quei messaggi che costavano quanto l'oro e che ci costringevano ad abbreviazioni orribili che non avevano niente a che fare col Cara Elisa, come stai? con cui puntualmente cominciavano le sue lettere ordinate.
Sul finire delle elementari avevo trovato una nuova amica di penna.
Una bimba bionda e bellissima, con un nome appiccicato addosso che non ho sentito mai più, musicale, dolce come lei.
Sul finire delle elementari era andata via, via dal paese, dalla scuola, dall'Umbria, dall'Italia: in Olanda.
Le sue lettere, ho ancora anche queste, erano colorate, piene di adesivi, penne profumate, fiori e disegni. Non vedevo l'ora di riceverle! 
Ho rivisto la bimba dal nome musicale un giorno per caso, una decina di anni dopo, senza più colori, coi capelli neri, i vestiti neri, borchie ovunque, qualche piercing. Le ho sorriso. Chissà se mi ha riconosciuta, io sono sicura che era lei.
Ho intrattenuto inoltre una brevissima e insignificante corrispondenza epistolare con una francesina di cui non ricordo nemmeno il nome, le lingue straniere non sono mai state il mio forte.
Infine, alle medie, mi sono scambiata un paio di lettere con due coetanei pugliesi che avevano per insegnante di lettere la sorella della mia. Giada e Giuseppe. Lui, non so perché, me lo immaginavo molto bello: pieno di capelli neri arruffati, occhi scurissimi e una non pervenuta voglia di studiare. 

Poi, più niente.

Fino al mese scorso, quando sono entrata in tabaccheria e, con un misto di orgoglio e leggerezza, ho chiesto semplicemente un francobollo.
L'emozione è cominciata lì.

In quell'istante preciso.
Non sapevo ancora dove avrei spedito la mia cartolina, ma sapevo che l'avrei riempita di fiori e profumi di casa mia.
E sapevo che ci avrei scritto su quei versi di Alda Merini che tanto mi piacciono: non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta.

E siamo stati oltre duecento, noi: i folli che hanno fatto viaggiare su e giù per l'Italia cartoline colorate e allegre, per dare il benvenuto alla primavera con un gesto semplice e andato purtroppo perduto. 

Bisogna proprio ringraziarle Lucia di @impressioni.it ed Enrica di @i_paz, per questa loro idea di ritorno al passato, ai piccoli gesti che hanno accompagnato la nostra infanzia e che poi si sono dissolti, dietro schermi sempre più piccoli e comunicazioni sempre più veloci. Grazie per il vostro @smileandmail, per la "nostra" #cartapolveremagiaprimavera, per averci fatto disegnare fiori, per averci fatto sentire ancora più addosso la gioia di questa nuova stagione in boccio. 
Grazie per la lentezza con cui abbiamo mandato il nostro messaggio e grazie per l'attesa con cui abbiamo desiderato che giungesse quello scritto per noi.
E infine un grazie speciale alla mia amica di penna, Carmen
Le nostre cartoline non hanno dovuto fare molta strada, anche se hanno cambiato completamente territorio. Dai colli al mare, e viceversa, attraversando quegli Appennini umbro-marchigiani che tanto hanno sofferto e soffrono per i terremoti dello scorso anno. Due regioni belle, le nostre, che vi invito con tutto il cuore a non abbandonare. Visitatele. Anche adesso, più di prima.
C'è stato un pensiero che mi è balenato in testa mentre imbucavo la mia busta nell'anonima cassetta postale del mio paesino: chissà che penseranno i postini quando la vedranno. Saranno curiosi? Si chiederanno chi l'ha scritta? Si domanderanno chi sarà tanto fortunato da riceverla al posto di bollette e depliant pubblicitari? Sorrideranno?

Ecco, ho scoperto che non sono stata l'unica a formulare simili pensieri. Chiudo questo post chilometrico con le parole che ha usato un paio di giorni fa Shaula su Instagram, mi sono così tanto piaciute che sento proprio il bisogno di condividerle, spero non le dispiaccia.
Non ho potuto fare a meno di pensare a tutti i postini e le postine che in quei giorni si trovavano a consegnare su e giù per l'Italia buste colorate e profumate, cariche di fiori e leggerezza. Ho pensato a quanto bene potesse fare anche a loro questa corrispondenza colorata ed insolita, in mezzo a tante buste bianche ed anonime. A come in fondo, da quando la gente non scrive più lettere e cartoline come un tempo, il loro lavoro stia diventando sempre più sinonimo di bollette e tristi formalità in busta. Mi piace pensare che qualche postino abbia sorriso, tirando fuori dalla sacca una di queste buste e infilandole in una cassetta, e che questo abbia portato un po' di magia anche nella sua giornata. 
Che sia per tutti una stagione piena di carta, polvere e magia!

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