Partigiane - peoplepub

Ursula Hirschmann, Ada Rossi, Ada Prospero Marchesini Gobetti, Carla Capponi, Lidia Menapace, Teresa Mattei, Renata Viganò, Nilde Iotti, Marisa Ombra, Miriam Mafai.

Sono loro le donne partigiane ritratte in questo libricino a testimoniare un grande movimento femminile inizialmente silenziato (strano eh?), perché "il popolo non avrebbe capito".
Eppure sui monti, a combattere contro il nazifascismo, non c'erano solo gli uomini, c'erano anche le donne, in un'epoca culturalmente molto lontana in cui il loro ruolo era ancora soltanto quello di "angeli del focolare".

Fu nella Resistenza che qualcosa si ruppe in quell'equilibrio patriarcale secolare, fu anche lì che le donne compresero le loro potenzialità fino a quel momento rimaste inascoltate. 
Combatterono come gli uomini, alcune armate, altre a far da staffetta trasportando messaggi o vestiti, scrissero e diffusero volantini, furono torturate, violentate, uccise, esattamente come gli uomini, eppure per decenni di loro non si seppe mai nulla, o poco.
Alcune di loro contribuirono alla stesura del Manifesto di Ventotene, fondamento dell'Europa unita nella pace; altre parteciparono all'assemblea costituente che, dopo la vittoria della Repubblica, scrisse la nostra Costituzione, nata lassù tra i monti. Nilde Iotti divenne la prima donna Presidente della Camera dei Deputati.
Qualcosa per le donne si mosse, eccome, negli anni della Resistenza.
Ma molto purtroppo, una volta terminata la guerra, ritornò come era prima.
Nonostante il loro sacrificio, la strada per l'autodeterminazione delle donne era, ed è ancora, molto in salita.

Ancora oggi dobbiamo essere partigiani e partigiane, uomini e donne insieme, come allora.

Personalmente la scelta che più di tutte, finora, mi ha fatta sentire partigiana è stata diventare madre.
Combatto ogni giorno per conquistare un pezzetto di libertà alla volta e niente è facile.
C'era una frase che non sopportavo prima di avere mia figlia: quando una madre diceva con aria di superiorità che certe cose non potevo capirle, perché madre io non ero.
Col senno di poi qualcosa capisco, per esempio la difficoltà totale di conciliare maternità e lavoro, non dico neanche chissà quale carriera, ma proprio un lavoro dignitosamente normale, il mezzo con cui realizzare altri sogni o altri lati della propria persona.
Capisco quanto ancora faccia comodo che le donne siano "angeli del focolare", che non abbiano entrate proprie, che siano sempre e comunque dipendenti da altri.
Capisco, oggi che sono madre, che molto è stato fatto in passato, ma che moltissimo è ancora da fare.

Lottare per la nostra libertà è quello che ancora oggi dobbiamo fare, senza nasconderci sui monti, senza sparare, dobbiamo comunque conquistare ciò che ci spetterebbe, in realtà, di diritto.

Tutte noi dobbiamo continuare a essere, ora e sempre, partigiane.

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