Diario della quarantena - Settimana 5

Parola d'ordine: rinascita.

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Interno notte. Lui è alla mia destra, gomito contro gomito, e dorme già, Alice è nella sua culla, dorme anche lei, da poco dopo cena.
Ha le guance colorate di sole, del sole pieno di questi giorni meravigliosi.

È Pasqua ed è una Pasqua tutta strana. Per esempio: ad Alice, a Pasqua, volevo mettere una gonna di jeans con rifiniture rosse, ma non ho calze lunghe di cotone, così non posso metterle nessuna gonna e nessun vestito, solo pantaloni, fino a che non mi verrà voglia (mi verrà?) di scendere nella cittadina accanto al mio paese per andare a prenderle qualcosa di più primaverile. Per fortuna ho i vestiti di seconda mano della Giuli e della bimba di mio cugino, nel caso dovessero servire. 

Sarà una Pasqua strana, senza i cannelloni di mia zia e senza la tavola lunga piena di addobbi pastello. Forse ci vedremo in videochiamata, loro chiusi negli appartamenti perugini e noi con le guance colorate di sole. Dai, poteva andare peggio.

Stamattina ho mandato alla Giuli un ovetto di cioccolato e dei regalini fatti a mano da me. Abbiamo aperto tutto in videochiamata, mentre infornavo la colomba al cioccolato e preparavo l'uovo per Alice. Nell'uovo della Giuli ho chiuso un body bianco che era di Alice per Letizia, ci ho ricamato su il nome e un arcobaleno sotto; ovviamente c'era anche un regalo per Riccardo: un bavaglino con su scritto Riky a punto croce. Bambole felici, nipotina felice di più. Fuori dall'uovo, perché l'uovo era davvero piccolo, un cerchietto per i capelli con un arcobaleno amigurumi cucito sopra; un grembiule creato da me riciclando un mio vecchio paio di jeans e, infine, un quadretto di cartone con l'impronta di Alice a formare un coniglietto pasquale. 
A mia sorella ho mandato una presina a forma di pulcino e un portachiavi con un arcobaleno a uncinetto che, devo dire, per quanto mi è piaciuto, potrei fare anche per me. Poi le ho mandato anche la mia colomba con le mandorle, che a me non piace, ma a lei sì 

Mi rendo conto di aver fatto un elenco sterile di cose fatte a mano con materiali semplici che avevo a casa, ma sento che questo diario della quarantena deve tener conto dei miei sforzi per dare un pizzico di normalità alla mia nipotina preferita (l'unica che ho). J

Questa settimana è andata bene. Ho seminato amore e credo sia una delle attività più belle da fare in queste settimane di apnea che ci restano da vivere. Conte ha detto che il lockdown (mi sento professionale a scrivere così) durerà ancora minimo fino al 3 maggio. Non è mica poco. 

La Giuli in videochiamata mi ha detto che mancano due settimane e poi si potrà uscire. Non mi è sembrato carino dirle che sono più di due settimane e che poi, comunque, quello che succede non si sa. Di sicuro niente tornerà come era prima. Un bel niente. 
Arriverà l'estate e ci guarderemo negli occhi indovinando sorrisi e bronci dell'altro nascosti da una mascherina. Andrà così, si sa. 
Tutto bene?
Bo.
Andrà, diciamo.
Ma stiamo bene, stiamo bene tutti, va bene così. Guai a chi si lamenta. 

Stiamo a casa e stiamo bene, a casa. 

È Pasqua. Alice scarterà un grembiulino di jeans, anche lei, e un quiet book primaverile che ho cucito mercoledì e giovedì. 

Ho fatto molte cose, questa settimana. Non conosco altro modo per tenere sgombra la mente se non quello di riempire le mani di cose da fare. Ho fatto moltissimo, in questi giorni, sono stata meglio.

Interno notte, lui dorme sempre senza aver cambiato la sua posizione, Alice ogni tanto mugola, ma per ora è ancora lì dietro le sue sbarre bianche. In questa quarantena ha mangiato un numero imprecisato di margherite e primulette gialle, ha raccolto violette e gioito del vento che ha ricominciato a muovere le foglie appena nate.

È Pasqua. Apriremo le uova e mangeremo cioccolato fondente buonissimo. Lo faremo da soli, lo faremo senza mettere i piedi nel mare, lunedì. Lo faremo da qui, da un pratino pieno di margherite che stanno ormai sfiorendo. Lo faremo sotto il sole caldo di questa Pasqua tutta strana.

Mancano tante persone, più che tante cose, ma così andrà. Andrà tutto bene, speriamo. Sicuramente andrà. Per quest'anno così.

Quarantena, settimana numero 5.
I tulipani cominciano a sbocciare. 

Al 3 maggio mancano tre settimane, ventuno giorni, cinquecentoquattro ore. Poi chissà. Sarà bello, comunque, scoprirlo.

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