La storia di una madre sopravvissuta ai lager.
Questo post è apparso originariamente sul mio vecchio blog, Scarabocchi di pensieri, nel maggio 2014.
Un giro in libreria con la mamma, qualche giorno fa, è bastato per farci portare a casa un libro qualunque, scelto, a differenza di altri ben più noti, solo perché aveva nel titolo il nome di quei fiori che tanto piacciono sia a me che a lei: i girasoli, appunto. Stamattina li ho anche seminati, nella mia aiuola, nel mio angolo relax, vicino all'amaca. Speriamo crescano belli come quelli di un paio d'anni fa.
La foresta dei girasoli è tornato a casa con me senza che io sapessi minimamente che cosa c'avrei trovato dentro, non avevo aspettative ed è forse per questo che sono rimasta piacevolmente colpita dalla storia, straripante d'amore e di sofferenza. Col senno del poi non credo che ci fosse compagnia migliore di quella della mia mamma per scegliere questo libro, visto che parla proprio di una madre, Mara. Una madre che non è come le altre, una madre che indossa i vestiti del marito, porta i capelli lunghi e selvaggi, una madre che sa incantare quando racconta le storie, una madre che viene da lontano, dall'Europa, e che dell'Europa porta nel cuore ricordi di guerra atroci, che le rimbombano ancora nella testa e la ossessionano. Mara è una donna amata, amata da O'Malley, soldato americano che l'ha portata via da tutti quei luoghi di dolore, che è diventato suo marito e padre delle sue due figlie, Lesley e Meggie. Mara è una donna profondamente amata dalle figlie, che hanno imparato a convivere fin da piccole con i suoi disturbi e i suoi comportamenti sopra le righe. La assecondano, cercano di non innervosirla, cercano di non riportare a galla quella seconda guerra mondiale che ha sterminato la famiglia di Mara e che sembra essere ancora così viva, dentro di lei.
Mara non era ebrea, era ungherese, eppure finì comunque in un campo di concentramento. Le figlie lo scoprono solo quando ormai le conseguenze del suo essere sopravvissuta all'orrore nazista sembrano essere irreparabili. Quando il baratro sembra lì, proprio a un passo di distanza, Lesley e Megs scoprono che la loro mamma non era bella solo ai loro occhi, ma anche a quelli dei tedeschi. Era bionda, carnagione chiara, occhi azzurri. Le SS le avevano preso tutte le misure e avevano stabilito che lei era perfetta per mettere al mondo figli ariani. Rinchiusa in un istituto, la piccola Mara, neanche diciassettenne, fu violentata ripetutamente dai nazisti fino a che riuscì a restare incinta. Partorì un bambino, Klaus, che presto le fu sottratto. Le violenze continuarono finché, per vicissitudini che non racconterò, Mara fu trasferita in un lager.
0 comments