Il libro manifesto della beat generation.
Questo post è apparso originariamente sul mio vecchio blog, Scarabocchi di pensieri, nel settembre 2012.
L'importante è andare, non si sa dove né perché, ma l'importante è restare sulla strada, on the road.
Questa è la filosofia di Sal Paradise e Dean Moriarty, grandi amici che amano spassarsela senza alcun obiettivo o responsabilità. Sono beat e amano viaggiare, con ogni mezzo: dall'autostop all'autobus, fino a macchine trovate chissà come. Dean è l'anima del romanzo. Protagonista di varie storie d'amore, padre di più bambini di cui non si interessa, troppo preso ad inseguire i suoi sogni di sballo e libertà, è lui che decide dove andare, lui che guida, lui che lancia le idee. Sal è solo un passeggero, un giovane uomo troppo confuso e senza personalità, senza Dean sarebbe perduto, e lui lo sa.
Sal non sta bene in nessun posto, perché non sa quello che vuole, perciò continua ad andare avanti, on the road.
Tutto il romanzo descrive questo continuo andare avanti e indietro per le strade d'America, attraverso molte città, fino ad arrivare anche in Messico.
Sal e Dean sono affamati di libertà, arte e creatività, cercano di fuggire dal conformismo del loro tempo attraverso le droghe e così il loro viaggio diventa anche un viaggio psichedelico, che non porta a niente.
"On the road" era uno di quei libri che volevo leggere da tempo, da quando ho scoperto della sua esistenza, in quinto liceo. "On the road", scritto da Jack Kerouac, è considerato il manifesto della beat generation, per questo volevo leggerlo, prima o poi, perché quel periodo storico mi ha sempre affascinata molto.
A primavera Strawberry mi ha dato l'occasione concreta per comprare questo libro, grazie al suo gruppo di lettura, così settimana dopo settimana, tappa dopo tappa, abbiamo letto insieme il romanzo, scambiandoci le nostre impressioni.
Le mie non erano affatto positive.
Ho trovato lo stile di Kerouac noioso, molto noioso. Ho faticato ad andare avanti con la lettura, anche perché ogni capitolo sembrava che promettesse di trovare, nel capitolo successivo, un colpo di scena o qualcosa di davvero interessante, qualcosa di interessante che io non ho trovato fino alla fine. "Sulla strada" non mi è piaciuto. L'ho finito di leggere a giugno e adesso, dopo tre mesi, di tutti quei nomi di persone e città che Kerouac ha elencato ne sono rimasti pochi nella mia testa.
Soprattutto all'inizio era un continuo nominare città statunitensi che non avevo proprio idea di dove fossero, per non parlare poi di quante persone incontrano Sal (alter ego dell'autore del romanzo) e Dean (pseudonimo di Neal Cassady) nel loro percorso. Un'infinità.
Per fortuna, andando avanti nella lettura, Strawberry è venuta in mio soccorso con una mappa utilissima per vedere graficamente gli spostamenti di quei due pazzi on the road. La mappa si trova qui.
Se volete leggere le frasi che ho sottolineato leggendo il libro vi rimando a questo post!
hhhhhhhhhhhhhhhhhh
0 comments