Novecento • Alessandro Baricco

La leggenda del pianista sull'oceano.

Questo post è apparso originariamente sul mio vecchio blog, Scarabocchi di pensieri, nell'aprile 2012.
«Non è possibile che conoscete Alfieri e non conoscete gli scrittori italiani contemporanei. Conoscete Baricco ad esempio?»
Il prof di matematica dell'altra sezione aveva questa idea: l'idea che Baricco fosse uno scrittore geniale, uno scrittore da non perdere per nessun motivo al mondo. Io non lo conoscevo, non lo conosco nemmeno adesso un granché, però ho letto un libro, un libricino, e no, non ho avuto l'impressione di quel prof. 
È l'inizio del secolo scorso quando sul Virginiam, una nave che attraversa l'Atlantico, Danny Boodman trova un bambino in una scatola di limoni dove compare la sigla TD Lemon. Non ha esitazione: decide immediatamente che quel bambino abbandonato diventerà il suo bambino. Decide di dargli il suo nome, Danny Boodman, aggiungendoci la dicitura che aveva letto sulla scatola in cui lo aveva trovato, TD Lemon sostenendo che la sigla TD stesse ad indicare che quel bambino non poteva che essere allevato da lui, sostiene infatti che TD sta per Thanks Danny. Eppure manca ancora qualcosa al nome. Lo completa con Novecento, il secolo appena cominciato. Danny Boodman TD Lemon Novecento, noto in seguito semplicemente come Novecento.

Quando è ancora un bambino Novecento rimane orfano dopo la morte sul lavoro di Danny Boodman. All'improvviso scompare. Nessuno riesce a trovarlo. Gli amici di Danny si mettono l'anima in pace, pensando sia sceso dalla nave. Invece no. Molto tempo dopo Novecento riappare, accanto a un pianoforte, con le sue mani che accarezzano i tasti producendo una musica mai sentita prima. Come per magia, all'improvviso, Novecento si è svegliato pianista. Un pianista eccezionale. Pian piano diventa il pianista della nave, suona per i passeggeri, per non farli pensare all'immensità dell'oceano in cui sono immersi.

Un giorno sale sulla nave un trombettista, Max Tooney, il narratore della storia. Max diventa l'unico amico di Novecento, a lui confida la sua strana storia, una storia che per il mondo non esiste. Novecento è nato su quella nava, la sua nascita non è mai stata registrata. Esiste solo per il Virginiam, per il mondo non è mai nemmeno nato.

Max e Novecento suonano insieme ogni sera, fin quando Novecento decide che il giorno dopo, quando la nave arriverà in America, scenderà per la prima volta in vita sua. Scenderà per vedere l'oceano da fuori, per ascoltare la sua voce. All'indomani però, mentre indossa la giacca di Max e si avvia giù per la scaletta che lo condurrà sulla terra ferma, Novecento guarda davanti a sé e torna indietro.
Anni dopo è Max a scendere dal Virginiam, abbraccia il suo talentuoso amico pensando sia un addio.
Molto tempo dopo però Max viene a sapere che il Virginiam sarà fatto esplodere con un carico di dinamite, visto che ormai si tratta di una nave molto vecchia . Capisce al volo che Novecento è ancora lì dentro e che nessuno lo cercherà mai, perché nessuno sa che esiste. Torna sulla nave, lo cerca, alla fine lo trova, Novecento gli racconta il motivo per cui quel giorno, dopo aver guardato il mondo che si apriva davanti a lui, non è sceso dalla nave: Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n'è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità, solo a pensarla?

Non scenderà mai dal Virginiam, nemmeno adesso. Salterà in aria con l'unico posto in cui è davvero esistito. Per il mondo resterà sempre una leggenda.
"Novecento" non è un romanzo da cui è stato tratto un film, è un testo scritto per essere interpretato e la differenza è evidente. Non mi sono piaciuti tutti quei commenti tra parentesi ad indicare che gli attori entravano o uscivano dalla scena.
È un libro davvero piccolino, che si legge in una serata tranquillamente. È la prima volta che mi succede di impiegare meno tempo per leggere un libro piuttosto che per guardare il film che ne hanno tratto.

Mi sono ripetutamente addormentata per più di una sera mentre cercavo, inutilmente, di guardare "La leggenda del pianista sull'oceano", film diretto da Tornatore. 
Ho avuto l'impressione che fosse infinito come la città che aveva visto Novecento dalla scaletta dalla nave. La fine però è stata toccante.

Se volete leggere le frasi che ho sottolineato leggendo il libro vi rimando a questo post!


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