LE FRASI CHE HO SOTTOLINEATO LEGGENDO IL ROMANZO DI Jonathan Safran Foer "Ogni cosa è illuminata" (QUI LA RECENSIONE DEL LIBRO).
«Io monto sull'autobus un'ora per
andare a lavorare tutto il giorno e fare cose che odio. Vuoi sapere
perché? Per te, Alexi-basta-di-ammorbarmi. Un giorno farai per me
cose che hai in odio. È questo che vuol dire essere una famiglia».
«Quanta moneta avrò per le mie
affatiche?» ho interrogato, perché questo dilemma aveva su di me
molta pesantezza. «Meno di quello che pensi di meritare» ha
risposto lui. «e più di quello che meriti.»
D'un tratto, Yankel fu colto dalla
paura di morire, più forte di quella provata quando i suoi genitori
erano mancati per cause naturali, più forte di quella provata quando
il suo unico fratello era rimasto ucciso nel mulino industriale, o
quando erano morti i suoi figli; più forte, addirittura, di quando
da bambino gli era venuto in mente per la prima volta che doveva
provare a capire cosa poteva significare non essere vivi: non
trovarsi al buio, o senza sensi - ma essere non-essenti, non essere.
Starà sognando? si chiedeva. E se sì,
che cosa sogna un bambino? Deve sognare la vita prima della vita come
io sogno quella dopo la morte.
Era un uomo che tutti ammiravano e
apprezzavano, e nessuno conosceva. Come un libro di cui si può
percepire il valore tenendolo in mano, di cui si può parlare senza
averlo mai letto, un libro che si può raccomandare.
Lo so che mi hai chiesto di non
cambiare gli sbagli perché hanno un suono buffo, e il buffo è
l'unico modo veritiero di raccontare una storia triste, ma credo che
io li cambierò.
E i ragazzi, allora? Non vuoi che ti
trovino carina?
Non voglio che un ragazzo mi trovi
carina se non è il tipo di ragazzo che lo pensava anche prima che lo
fossi.
Se avessimo aperto una pagina a caso
del suo diario - che deve avere serbato e serbato in ogni momento,
con la paura non che venisse perduto o scoperto o letto, ma di
imbattersi un giorno nella cosa che finalmente valesse la pena di
scrivere e ricordare e scoprire che non aveva qualcosa su cui
scrivere - avremmo trovato una qualche enunciazione del seguente
sentimento: non sono innamorata. E dunque si doveva accontentare
dell'idea dell'amore - di amare il fatto di amare cose della cui
esistenza non le importava affatto. L'amore in sé divenne oggetto
del suo amore. Lei amava se stessa innamorata, amava amare l'amore
come l'amore ama amare: ed era in grado, quindi, di riconciliarsi con
un mondo tanto diverso da quello che avrebbe auspicato. Non era il
mondo la grande menzogna salutare: lo era la sua volontà di renderlo
bello e giusto, di vivere una vita già-avulsa in un mondo già-avulso
da quello dove tutù gli altri sembravano esistere.
Il sogno di vivere per sempre con Brod.
Faccio questo sogno tutte le notti. Anche quando l'indomani mattina
non me lo ricordo. So che c'è stato, come l'avvallamento lasciato
dalla testa dell'amante sul cuscino accanto dopo che se n'è andata.
Non sogno di invecchiare insieme a lei, ma di non invecchiare, né
lei né io. È vero, ho paura di morire. Ho paura che il mondo
continui senza di me, che la mia assenza passi inosservata, o peggio
ancora, di essere una qualche forza naturale che spinge avanti il
mondo. È egoismo, questo? Sono forse un uomo malvagio perché sogno
un mondo che termina con la mia fine? Non pretendo che il mondo abbia
fine rispettandomi, ma che ogni coppia d'occhi vada a chiudersi con i
miei. Talora il mio sogno di vivere per sempre con Brod è il sogno
che moriamo assieme. So che non c'è vita dopo la morte. Non sono un
imbecille. E so che Dio non esiste. Non è della sua compagnia che ho
bisogno, ma di sapere che non le occorrerà la mia, o sapere che non
potrà farne a meno. Penso a scene di lei senza di me e divento
gelosissimo. Si sposerà, avrà figli e toccherà quello a cui io non
potrei mai avvicinarmi - tutte cose che mi dovrebbero rendere felice.
Non posso rivelarle questo sogno, è chiaro, ma lo vorrei tanto. Lei
è l'unica cosa che ha importanza.
Questo è amore, pensava lei, sì o no?
Quando noti l'assenza di qualcuno, e detesti quell'assenza più di
ogni altra cosa. Ancora più di quanto ami la sua presenza.
Quando scriviamo abbiamo una seconda
occasione.
Una persona cattiva è un uomo che non
compiange le sue cattive azioni. E adesso per il peso di questo il
Nonno sta morendo. Io ti supplico di perdonarci e di farci migliori
di quello che siamo. Facci buoni.
Sapeva che ti amo vuol dire anche: ti
amo più di chiunque altro ti ami o ti abbia mai amata, o ti amerà,
e anche: io ti amo in un modo in cui nessuno ti ama, o ti ha mai
amato, o ti amerà mai, e anche: ti amo in un modo in cui non amo
nessun'altra e non ho mai amato nessun'altra e non amerò mai
nessun'altra. Sapeva che, per definizione dell'amore, è impossibile
amare due persone.
«Tu li perdoneresti?» ho chiesto.
«Sì» ha detto il Nonno. «Io ci proverei.» «Puoi dire questo
solo perché non puoi immaginare cos'è» ha detto Augustine. «Invece
posso.» «Non è una cosa che puoi immaginare. È, e basta. Dopo
questo, l'immaginazione non può esistere più.»
«Questa è la lezione che abbiamo
imparato da tutto quello che è successo, che Dio non esiste. Lui ha
dovuto usare tutte quelle facce nascoste per dimostrarlo a noi.» «E
se fosse stata una prova per la vostra fede?» ho detto io. «Non
posso credere in un Dio che costringe la fede a delle prove così.»
«E se non fosse stato in suo potere?» «Non posso credere in un Dio
che non era capace di fermare quello che succedeva.» «E se a farlo
non fosse stato Dio ma l'uomo?» «Non credo neanche nell'uomo.»
E SE DOBBIAMO BATTERCI PER UN FUTURO
MIGLIORE, NON DOBBIAMO CONOSCERE IL NOSTRO PASSATO E RICONCILIARCI
CON ESSO?
«Non sono un uomo cattivo. Sono un
uomo buono vissuto in tempi cattivi.»
Non sei solo, disse Lista,
appoggiandosi al petto la testa di lui.
Sì, invece.
Lista si accorse che lui stava
piangendo, e lei no. Non sei solo, gli disse. È che ti senti solo.
Sentirsi soli è esserlo. Ecco cos'è.
Al suo dolore subentra un'utile
tristezza. Ogni genitore che ha perso un figlio troverà il modo di
tornare a ridere. Il timbro si sbiadisce. La lama si smussa. Il
dolore si affievolisce. Ogni amore è scolpito nella perdita. Il mio
lo è stato. Il tuo lo è. Lo sarà quello dei tuoi
pro-pro-pronipoti. Ma noi impariamo a vivere in quell'amore.
Se volete leggere i miei pensieri sul libro vi rimando a questo post! Buona lettura!
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