Storia del nuovo cognome • Elena Ferrante

Una mia piccola lettera a Lenù, al termine della lettura del secondo volume della serie de "L'amica geniale".

Post originariamente apparso sul blog Scarabocchi di pensieri nel giugno 2015.

Lenù, piccola dolce Lenù. Forse devo cambiare idea su Lila, sai? Forse non è così geniale come credevo o, per meglio dire, può darsi che sia una specie di genio del male, di un male che fa sostanzialmente a te, Lenù.
Forse c'è una Lila per ognuna di noi. Forse tutte noi abbiamo un'amica che crediamo tale, ma che in realtà ci considera solo a fasi alterne, in particolare solo ed esclusivamente quando ne ha bisogno lei; un'amica che in realtà ha piacere nell'umiliarci e nel farci sentire delle stupide ogni volta, anche se stupide, in fondo, non siamo affatto; una persona verso la quale ci sentiamo inevitabilmente inferiori, non si sa nemmeno bene per quale stupido motivo.
Ce l'abbiamo tutti una Lila, Lenù, stai tranquilla: un'amica con una vita più sbrilluccicante e intensa della nostra, un'amica che sottolinea sempre la differenza tra noi e lei, un'amica che non perde occasione per far capire che, a parità di opportunità, avrebbe fatto cose molto più grandi di noi. Può darsi, chi lo sa, che davvero Lila avrebbe fatto cose migliori di te, Lenù, se fosse potuta andare a scuola come te, se avesse allenato con costanza le sue doti, come te: può darsi, ma questo non toglie valore a quello che hai saputo fare tu. E che cosa hai fatto, Lenù! Tu sei stata fantastica, credimi. Hai cambiato il tuo destino e sei andata oltre tutte le aspettative che potevi avere da bambina. Non sapevi neanche che cos'era il liceo, da piccola, ma sei riuscita a laurearti. E sei andata via, da sola, per costruire una persona che prima non c'era e che, senza il tuo impegno e sudore, non ci sarebbe mai stata.
Non lo possiamo sapere che cosa avrebbe fatto Lila al tuo posto, forse anche lei avrebbe eccelso per poi però stufarsi un attimo dopo, perché lei è fatta così. Vuole tutto, si prende tutto e poi lo lascia andare. È forte, Lila. Come le disse Nino una volta lei è come una goccia d'acqua: teng teng teng. Finché non si fa a modo suo non la finisce.
Siete entrambe due donne diverse da quelle del rione, la vostra amicizia lunga fatta di un mix micidiale di odio e amore vi ha elevato, mi ha mostrato una bellezza e una passione che a molte ragazze della vostra età sono rimaste precluse per sempre. Pensa a Pinuccia, per esempio. Lei è stata finora in tutto e per tutto quello che ci si aspettava da una femmina del rione, non ha fatto come te che hai studiato e ti sei fidanzata tardi, non ha fatto nemmeno come Lila che col suo carattere burrascoso e prepotente si è sposata presto, poi ha capito l'errore commesso ed è riuscita a liberarsene.
Pinuccia non fa che piangere pensando alle occasioni che non ha avuto per essersi sposata giovane con Rino. Sia tu che Lila siete di più, Lenù. Siete diverse, siete donne avanti coi tempi, donne che provano con tutte le loro forze a elevarsi dalla loro condizione di semischiavitù nei confronti degli uomini. Entrambe cercate di essere forti e indipendenti, anche se lo fate in modi diametralmente opposti.
Nella guerra che combattete ogni giorno da anni, dentro la vostra amicizia, io tifo per te, Elena Greco. Per te che non sei bella come le attrici dei fotoromanzi, per te che non hai avuto l'amore che desideravi, per te che hai fatto errori micidiali per accostarti ancora una volta alla femminilità più matura di Lila. Tifo per te che ti sei affidata a una maestra per trovare un cammino da percorrere, per te che hai cercato con tutte le tue forze di fare scacco matto al destino, riuscendoci.

Che tu sia d'esempio per tutte noi, ragazze non geniali come te.
Se volete leggere le frasi che ho sottolineato leggendo il libro vi rimando a questo post!

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