In un anno

Nel luglio di un anno fa ho scoperto che sarei diventata mamma. Oggi tiro le somme di questi ultimi 365 giorni.

Cara Alice,
un anno fa contavo con le dita i giorni che passavano, nell'attesa che quel ritardo, ormai piuttosto importante, svanisse via in un istante e con lui tutte le mie preoccupazioni e le mie ansie. Un anno fa riempivo la cronologia di Chrome di ricerche poco scientifiche, fino a che non trovavo un risultato che mi illudesse, ancora per un po', di poter restare, ancora per un po', una giovane donna spensierata, con un lettino singolo su cui leggere fino a notte fonda e dubbi legati soltanto alla destinazione delle vacanze successive. Un anno fa avevo addosso la divisa di un bar di paese, la speranza che il contratto mi venisse rinnovato dopo l'estate, l'indecisione tra mare e montagna, tra Puglia e Trentino.

Poi sei arrivata tu: due lineette fucsia su un test fatto comprare al babbo. Non potrò raccontarti nessuna scena da film piena di salti di gioia, perché purtroppo quel test l'ho fatto da sola, all'alba di un giorno di luglio in cui mi ero svegliata pensando che era ora di smettere di mentire a tutti, in primis a me stessa.

Ho passato un'estate a tenerti segreta, ho raccontato di te al mondo quando ero abbastanza certa di poter affrontarlo, il mondo, con le sue domande, con le sue regole. L'annuncio del tuo arrivo, comunicato da me quasi esclusivamente su whatsapp (troppo complicato farlo a voce), ha fatto piangere amiche e cugine con cui sono cresciuta: tu sei stata la prima "nostra" figlia, ci hai messo davanti al fatto compiuto di essere diventate grandi, potenzialmente responsabili, potenzialmente madri.

Sabato ti abbiamo battezzata. Ho accettato di farlo perché vorrei che questo fosse il mio primo grande gesto di amore per te, che sì, sei mia figlia, ma sei e sarai una persona diversa da me. Così, sebbene io abbia perso per strada la mia fede, voglio che tu ti senta libera di credere in quello che vorrai. Voglio saperti sempre amare così, nella libertà, Alice. Te lo dico con tutto il mio cuore: vorrei saperti amare senza possessività e gelosia, anche se sarà difficile (conoscendomi) guardarti da dietro per le strade che imboccherai.
Dall'inizio della consapevolezza di avere te è passato un anno.
Un anno in cui mi sono sentita centrifugata, un anno che dire difficile è un eufemismo, un anno in cui sono diventata altro da me, anche se non ho ancora capito bene quanto.
È stato un anno di scelte fatte e di altre messe in stand by, di momenti belli belli belli e di altri bruttini in cui tutto mi sembrava crollare sotto ai piedi.

Diventare genitori non è un passaggio indolore.

Ma è tornato luglio, Alice. 
Un luglio in cui guarderò le farfalle danzare sopra la lavanda senza gli occhi lucidi, ma con te in braccio, a sentirti dire il tuo enguuuu e chissà che altro.
È arrivato luglio e ti insegnerò a non aver paura dell'acqua della piscinetta.
È tornato luglio e forse ti porteremo a vedere i fiori di Castelluccio e il mare.
È tornato luglio e possiamo ricominciare.

Sabato ho chiuso il cerchio, anche nella mia testa. Ti ho festeggiata, ho lavorato intensamente più di un mese per fare una festa bellissima, in tuo onore.
Se un anno fa piangevo all'idea di avere una vita che sarebbe stata stravolta dal tuo arrivo, oggi mi capita di piangere commossa dalla tua bellezza e genuinità. Oggi mi sorridi e io mi sciolgo.
Chiudo il cerchio, Alice.
Smetto di sentirmi scema e in colpa per le scene di un anno fa.

È tornato luglio e in questo luglio so che stravolgimento più bello la mia vita non avrebbe potuto subirlo.

È tornato luglio e in questo luglio non posso che augurarti una vita di meraviglie.
La mia, senza più dubbi, sei tu.

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